L’ex tecnico biancorosso ha parlato del nuovo allenatore che avrà il compito di portare la squadra in A
Stessa panchina oltre trent’anni dopo: Pierluigi Frosio conosce bene il nuovo tecnico del Monza, l’ha allenato, ammirato, esaltato. In tempi non sospetti quando, stagione 1987-88, la Brianza non era ancora provincia e la coppia Berlusconi-Galliani aveva in testa solo l’avventura milanista appena cominciata. Frosio racconta a La Gazzetta dello Sport Giovannino Stroppa.
Che giocatore era?
«Un ragazzo di talento, come Casiraghi e Robbiati. Era un piacere allenarlo, sempre allegro, positivo. Arrivava mezzora prima, se ne andava mezzora dopo. Giocava da trequartista o mezzala sinistra, aveva già in testa un calcio offensivo. Si capiva che avrebbe fatto una carriera importante».
Stroppa allenatore?
«Ha vinto al Foggia col gruppo ereditato da De Zerbi. E ha fatto bene a Crotone, che ha portato in A. Ritrova Sampirisi e Barberis, due giocatori chiave».
Conosce bene anche l’ambiente Milan.
«E’ uno dei motivi per cui Galliani l’ha scelto. Poi il fatto di aver lavorato al sud ti fortifica».
Due anni con lui, dall’87 all’89: una promozione in B e una Coppa Italia di C.
«Una squadra giovane che si è poi salvata in B facendo un incredibile girone di ritorno. Un bel gruppo: oltre a Stroppa, Antonioli in porta, Saini play, Casiraghi centravanti. Un anno importante, ricordo la partita di Coppa Italia a San Siro col Milan. Persa 2-0, ma incasso discreto, avevamo chiesto l’inversione del campo».
Monza mai in A, quasi una maledizione.
«In passato mancava la forza economica, adesso c’è anche la volontà oltre ai soldi».
Anni fa, per giustificare l’interminabile purgatorio, si diceva: “Sì, ma il Monza in realtà in A non vuole andarci”.
«Non era vero, la A è un ovvio vantaggio per tutti. Piuttosto si doveva, e si deve, fare i conti con le realtà: difficile trovare spazio tra Milan e Inter».
Quanto brucia la mancata promozione?
«Molto: Galliani è monzese, sarebbe stato orgoglioso».