Il punto del quotidiano sulla situazione in casa biancorossa alla vigilia della gara contro la Reggiana
È passato ormai un girone da quel 6 dicembre dell’anno scorso. Quella domenica, segnata in
maniera positiva dall’entusiasmo per l’arrivo di Mario Balotelli, è anche quella del punto più
basso della stagione del Monza che reduce dal ciclone Covid faticava a ingranare e sprofondava sotto i colpi della neopromossa Reggiana al Mapei Stadium. Lo scrive il QS.
Lì, dalle critiche e dalla panchina traballante di Cristian Brocchi, cominciò la scalata biancorossa fino alla zona Serie A della classifica: il primo step la vittoria in laguna contro la sorpresa di questo campionato, il Venezia, poi un ruolino di marcia con risultati e prestazioni convincenti interrotto soltanto dal cocente passo falso di Pescara all’ultimo minuto e dalla serata no casalinga contro il Pisa di metà febbraio.
Di fatto, però, c’è che questa squadra da quel momento della stagione è arrivata dove deve
stare e da lì non si è più mossa. Neanche nel week end del Granillo – quinto stop stagionale in campionato dopo una serie di 7 trasferte senza sconfitte – il Monza ha perso la seconda posizione.
Da metabolizzare c’è il balzo in avanti dell’Empoli sempre più capolista (ora a +6) e le vittorie di Lecce e Cittadella che hanno reso ancor più congestionata una zona playoff racchiusa ormai in soli 5 punti. Tempo per riflettere e rifiatare, però, non ce n’è. Perché martedì il cerchio si chiude, questa volta all’UPower Stadium contro quella Reggiana che all’andata, appunto, fece assaporare al Monza il rischio del contraccolpo psicologico.
Ma quella di Monzello di ieri è stata una ripresa dei lavori tanto immediata quanto vissuta con le stesse sensazioni di sempre: senza fare drammi. Sentimenti che appartengono anche, e soprattutto, allo stesso Balotelli che ci aveva messo 25 giorni per ingranare ed esordire, 4 minuti per segnare e incidere nella vittoria contro l’allora capolista Salernitana salvo poi fermarsi alle prove generali sui tiri in porta di Lecce quattro giorni più tardi.
Dopo il mese di stop sono arrivate altre 6 presenze (3 da titolare) e un gol da 3 punti a Verona nello scontro diretto contro il Chievo ormai datato 20 febbraio. Balo è stato quello che in Calabria ha provato quantomeno a cercarla la porta, senza successo e senza fortuna nel mezzo del deserto di una prestazione decisamente sottotono e poco incisiva di tutta la squadra.