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Antonelli: “Per Ibrahimovic sempre porte aperte. Brocchi determinato”

Seconda parte dell’intervista del direttore sportivo biancorosso a calciomercato.com

Ecco altri passaggi dell’intervista di Filippo Antonelli, direttore sportivo del Monza, a calciomercato.com.

Ci racconta un aneddoto con Galliani?
Quando facciamo le trattative mi dice sempre ‘Prima dovevi fare 10/15 chiamate per parlare con qualcuno, ora alla prima ti rispondono subito’. Mi arrivano tante telefonate per propormi giocatori, mi sento un po’ come in Pretty Woman. Ma bisogna considerare anche tutti i contatti che questa dirigenza ha avuto negli anni, non ho mai sentito una sola persona parlare male di Adriano Galliani“.

Che allenatore è Brocchi?
Molto umile e determinato, si è calato bene in questa realtà vincendo il campionato di Serie C che non è un traguardo facile da raggiungere. Non è una cosa così scontata, in passato ci sono stati tanti club che hanno investito molto senza riuscire a vincere. Lui conosce molto bene questa proprietà e ha trasmesso la mentalità giusta alla squadra“.

Galliani ha detto che in caso di promozione sarebbe pronto ad andare a piedi a San Siro, lei cosa farebbe?
Io sarei disposto ad andare a piedi a San Siro e tornare indietro. Sì, lo farei davvero. Quando il Monza è salito in C, sono andato a piedi a Caravaggio: ci ho messo circa 4/5 ore. In caso di Serie A, quindi, prometto che mi farò un’altra bella camminata“.

State puntando molto sugli eSports.
Galliani è un grande appassionato. Ha seguito tanto questo progetto, che porta entusiasmo e fa conoscere il Monza anche fuori dalla nostra realtà“.

Rispondendo a una domanda su Ibrahimovic lei ha detto “Tutto è possibile”.
E’ un giocatore di altissimo livello, ma questa proprietà ha persone che in passato hanno vinto tutto. Se dovesse succedere, sarebbe una grandissima cosa. Le nostre porte sono sempre aperte“.

Il colpo più importante messo a segno in carriera?
Quando si prende un giocatore non è mai facile chiudere l’operazione, bisogna guardarlo negli occhi per capire se è quello giusto. Sono contento di poter lavorare ancora oggi con Andrea D’Errico, un ragazzo che come me è partito dalla Serie D e ho portato dalla Pro Patria al Monza. Ora si giocherà le sue carte“.

Il rimpianto più grande?
Non ho rimpianti particolari. Quando non posso prendere un giocatore è sempre perché c’è qualche limite: che sia morale, mentale o economico“.

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