L’ex allenatore dell’Ascoli ha parlato della stagione dei biancorossi, con un paragone di lusso e uno sguardo al futuro
Fulvio Fiorin, è intervenuto ai microfoni di TuttoC.com. Il tecnico lombardo, in questa stagione alla guida del Milano City in Serie D, ha detto la sua sul successo del Monza di Berlusconi e Galliani.
Conosce bene il Milan e il Monza avendo allenato nei settori giovanili di entrambe. Vede analogie?
“Sì, conosco molto bene queste realtà. Ho iniziato a lavorare nel 1988/89 a Monza sotto il presidente Giambelli nella gestione Marrtta-Terraneo. Dopo un paio d’anni sono passato al settore giovanile del Milan. Quello che accomuna soprattutto il contesto culturale di Monza e della Brianza con il Milan di allora è il pensiero positivo basata sul saper fare, su un’organizzazione mosse da grande passione e grande ambizione“.
Si può dire che Galliani e Berlusconi trasformano tutto in oro?
“Galliani e Braida iniziarono a Monza prima di aprire un ciclo con Berlusconi al Milan. Penso che ancora oggi abbiano voglia di fare e di dimostrare, nonostante facciano parte di un’altra generazione. Ma hanno voglia di lasciare ancora qualcosa al calcio. Ecco perché sono riusciti e vorranno fare ancora bene“.
Brocchi che mister è stato fin qui?
“Lui ha iniziato proprio nel settore giovanile il suo percorso da allenatore, quando avevamo impostato un modello formativo e propositivo di calcio, che sicuramente ha influito sul suo pensiero calcistico. E’ uno di quei nuovi allenatori che hanno dei principi di gioco che è riuscito ad applicare anche in Serie C“.
Una programmazione che coinvolge anche il giovane direttore sportivo Antonelli.
“Cristian si è trovato al posto giusto e al momento giusto, ha avuto a disposizione una bella quantità di risorse che gli hanno messo a disposizione per un progetto tecnico ambizioso. Progetto condiviso con un direttore sportivo che, seppur giovane, conosce molto bene la categoria e quindi ha favorito questa condivisione per arrivare al risultato finale. Il connubio è stato vincente. Le risorse economiche hanno fatto la differenza ma vanno abbinate a conoscenza e capacità“.