
Il Corriere dello Sport fa il punto sul possibile ritorno in campo del calcio. Sono sempre tante le perplessità del mondo scientifico
Ieri Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, ha ribadito la sua prudenza: “Far ripartire il calcio è una decisione difficile, non mi sembra che ci siano condizioni di rischio zero. Il distanziamento sociale pare scarsamente applicabile. C’è contatto diretto e quindi servono controlli stringenti su un numero di soggetti molto ampio. Porte chiuse, certo, ma ci sono ventidue giocatori in campo e intorno altre duecento persone. I controlli dovrebbero essere assai frequenti“.
Si è agganciato a queste parole Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro: “Qualche volta dobbiamo imparare ad ascoltare e a capire fino in fondo. E Rezza va ascoltato. Io avrei voluto tornare in campo non oggi ma ieri, però la salute vale di più. Il protocollo dev’essere valido per tutto il calcio, non solo per la Serie A. Il virus non fa distinzioni. Noi siamo stati la prima Lega a impostare il lavoro per la stagione 2020/21, eppure viviamo di botteghino e di sponsor“.
La politica comunque non lascia mano totalmente libera ai tecnici e ai medici. Si fa indirizzare e consigliare, cercando di tenersi stretto il timone. Alla fine deciderà il governo e il premier Giuseppe Conte approverà e annuncerà. Non è uno che molla agli altri le decisioni complicate. Lo riporta il Corriere dello Sport.
