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Galliani: “La terza serie così non ha un futuro”

L’amministratore delegato del Monza sul futuro del campionato

L’ad del Monza Adriano Galliani, in un’intervista rilasciata a La Provincia di Lecco, ha parlato della possibilità dell’azzeramento del campionato. Le sue parole:

“Il presidente di Lega Pro, Francesco Ghirelli, sta facendo un lavoro straordinario. Lo conoscevo da quando io ero vicepresidente di Lega e lui segretario con Carraro. E mi ha confermato la sua grande statura. Però parlare di finire o andare avanti, oggi come oggi, è davvero un non-senso. Non dipende né da Ghirelli né da noi società di Serie C”.

Sull’esito dell’assemblea del 3 aprile:
“Tutti hanno capito che un’eventuale conclusione del campionato la potrà decidere solamente la Figc. Si può auspicarla, certo, ma la Lega non ha autorità. Solo la Figc o il Governo potranno decidere lo stop del campionato. Lo si può auspicare, sperare, ma è chiaro che non è una Lega a poterlo stabilire. Ma il problema grande, senza stare a parlar dei Covid, è non fare di questa scelta un problema di bottega o di cortile”.

Sul futuro della Lega Pro:
“La Serie C non ha ricavi, a differenze delle altre Leghe. Non so cosa succederà quando arriverà la crisi , probabilmente nell’autunno prossimo, e quanto durerà. Conosco questo mondo da 45 anni: quello che dobbiamo pensare a partire dal Governo, dalla Federazione della Lega di A, è che la Serie C svolge un servizio sociale”.

Continua:
“A Monza abbiamo 300 ragazzini dai più piccoli fino ai disabili. Togliamo dei ragazzi dalla strada. Lo fanno tutte le società di C. Vanno ripensati i modelli. Non dipende da noi dire se si ricomincerà o meno. Dipende dal signor virus. Aspettiamo lui. E’ inutile parlare di questo. Ma vorrei fare un altro ragionamento. Pensiamo al dopo: finirà il coronavirus, ci sarà una fase due di “libertà vigilata” poi arriverà il “Liberi tutti”. Ma l’economia non tornerà quella di prima per chissà quanti anni”.

Conclude l’ad biancorosso:
“Serie A e anche Serie B avranno ricavi per essere autosufficienti. Nella Serie C ticketing, sponsor e diritti televisivi sono a zero. Ma chi gioca vive solo di questo. Va rivisto il modello alla luce del fatto che questi sessanta signori, i presidenti di C, secondo me, non avranno nella prossima stagione, perché non so vedere a dieci anni, soldi da mettere nel calcio: dovranno salvaguardare le loro aziende, l’occupazione dei loro dipendenti. Diventerà un grande problema perché la Serie C muove circa 1500 calciatori professionistici e poi allenatori e staff. Sono sicuro che non ci poniamo in una prospettiva più ampia di quella immediata, finiremo male”.

 

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