Tegole anche alla vigilia, quarto gol all’ultimo dell’ex Pordenone: troppo per la pressione di Galliani
“Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti”, ragionava Darwin. E non pensava certo alla trasferta del Monza a Cittadella. Che, però, in quanto a cambiamenti, stravolgimenti e assestamenti tanto stringenti
quanto (infine) vincenti è stata seconda a pochi eventi. Si parte sì senza Favilli, D’Alessandro e Machin. Scrive il Giornale di Monza.
Più che altro, nel cuore della difesa, senza Marrone e Paletta, ossia chi ha sempre giocato. Caldirola, l’unica eccezione col Parma, ma
proprio col Parma “ha preso un colpo e gli si è gonfiato il tallone, non riusciva a camminare” le parole di Stroppa. Dunque è Pirola il candidato a guidare la difesa: nella notte tra venerdì e sabato, però, in ritiro, una torsione del testicolo rende necessaria l’operazione d’urgenza all’ospedale di Camposampiero, in provincia di Padova. Dimissioni, rientro a casa, niente partita, chiaramente.
Così toccherebbe di nuovo a Caldirola, inserito inizialmente nella formazione ufficiale: “Ci ha provato ma non ce l’ha fatta”. Sampirisi allora, affiancato da Donati e Carlos Augusto. Che si fanno espellere ad inizio ripresa. Quando siamo alla settima partita in ventidue giorni. Tocca a Bettella, anche ad Antov. Tocca soprattutto a Ciurria, l’ex punta che con Stroppa fa l’interno di centrocampo (d’assalto). Il Monza, nell’ultimo quarto d’ora, ha fatto 12 gol su 43.
Ciurria? Quattro, tutti in quei momenti, sempre da subentrato. Lo chiamavano fante, è invece l’asso. Una carta che alza sopra i livelli di guardia la pressione di Galliani: lieve malore, passeggero. Poi torna in forma. Così come il Monza torna in corsa.