Silvio Berlusconi, scomparso esattamente due anni fa, è stato uno degli uomini più influenti e discussi della storia italiana recente. La sua vita è stata caratterizzata da un’ascesa imprenditoriale e una lunga carriera politica che hanno contribuito a farne un protagonista della storia dell’Italia contemporanea. La sua parabola, simbolo di una nazione in profonda trasformazione, offre uno spunto fondamentale per comprendere il passaggio tra la Prima e la Seconda Repubblica.
Le radici dell’ascesa di Berlusconi affondano negli anni ’60, quando iniziò a investire nel settore dell’edilizia, dando vita a progetti residenziali innovativi come Milano 2, dove iniziò a delinearsi la sua visione di un modello di vita organizzato e controllato. Questa idea di efficienza e ordine diventerà uno dei temi centrali anche nella sua carriera politica. Ma è nel settore televisivo che Berlusconi realizza la sua più grande operazione: con l’espansione di Fininvest (poi Mediaset), riuscì a scardinare il monopolio della RAI e introdurre un modello di televisione commerciale che sarebbe stato rivoluzionario per l’Italia. La creazione delle sue reti televisive non fu solo un colossale successo economico, ma anche una vera e propria operazione culturale, che propugnava uno stile di vita moderno, veloce e orientato al consumismo, utilizzando tecniche di comunicazione che, successivamente, avrebbero trovato applicazione anche in politica.
Nel 1986, Berlusconi acquisì il Milan, portandolo a vertici internazionali grazie a una gestione economica e sportiva vincente. Questo consolidò la sua immagine pubblica di imprenditore capace di raggiungere i propri obiettivi, ma anche di leader in grado di influenzare e costruire il futuro di un’intera squadra, e per estensione, di una nazione.
Il 1994 segna l’inizio della Seconda Repubblica, quando Berlusconi, con un messaggio televisivo, annunciò la sua “discesa in campo” politica. La sua iniziativa si concretizzò con la nascita di Forza Italia, una formazione politica che si distaccava dai tradizionali schemi organizzativi, forte della sua leadership e della capacità di utilizzare strategie comunicative rivoluzionarie. Si presentò agli elettori come un imprenditore di successo, estraneo alla politica tradizionale, promettendo di applicare allo Stato i principi di efficienza e pragmatismo che avevano reso le sue aziende vincenti. La sua vittoria alle elezioni di marzo 1994 lo catapultò alla guida del governo, e per i successivi vent’anni, Berlusconi fu il perno della politica italiana, ricoprendo il ruolo di Presidente del Consiglio per quattro mandati, un record che ne segnò la figura di leader incontrastato.
Il Monza e l’ultimo sogno sportivo. Negli ultimi anni della sua vita, Berlusconi ha puntato ancora sul calcio con il Monza, squadra che ha portato dalla Serie C alla Serie A in pochi anni, con un progetto ambizioso che ha riportato il club brianzolo sotto i riflettori. Tuttavia, il sogno calcistico di Berlusconi ha subito una battuta d’arresto con la sua morte, fino alla retrocessione in Serie B di quest’anno, ma la sua eredità nel mondo dello sport e nella politica resta immutata.