“Non sono arrivato in Serie A per caso. La vivo come l’occasione della mia vita. Sento ancora di più la responsabilità dell’impegno. Se rimani ex giocatore non hai futuro, devi essere allenatore per costruire il futuro. E devi studiare”.
“La chiamata di Galliani? Girava la voce, ma non ci credevo. Quando mi ha chiamato Galliani ho pensato ‘Mi sa che è vero allora…’. Mi ha detto ‘Tu sei l’allenatore del Monza’. Sono una persona equilibrata. Lo ero da calciatore e lo sono adesso. Quando giocavo volevo arrivare pronto allo step successivo. E così anche da allenatore. La B mi è stata utile. In questi anni mi sono preparato e quel giorno è arrivato. Se non sei pronto, torni indietro”.
“Devi avere l’elasticità mentale di cambiare in base al momento e bisogna mettere i giocatori nelle condizioni ideali. Il gruppo rende la squadra competitiva. Qui a Monza c’è una base solida. Il gruppo storico che direziona c’è, è super. Se poi il mercato potrà migliorarci, va bene, ma sono felice di questo gruppo”.
“Forson? Un ragazzo di talento, molto timido, ma con potenziale. Piano piano si scioglierà, mancino che gioca a destra, un’ala-trequartista”.